lunedì 7 febbraio 2011

the dreamer







Un gioco.
Immagino una città, la mia città dei sogni.
Parlo una lingua straordinaria, con l'aria un po' snob ed una carnagione chiarissima.
Ho un andamento fiero, deciso, un ritmo serrato di passi, un due, un due...non abbasso lo sguardo per nessun motivo.
Sto imitando le guardie della regina.
L'aria è fredda e talmente secca da essere quasi piacevole.
La brezza, che silenziosa arriva dal Tamigi, mi punzecchia il nasino e sfiora le mie guance.
La sottile capigliatura bionda che si appoggia sulle spalle minute è coperta da un buffo cappello bianco.




Sono a Londra.
Da una capsula del London eye vedo, velata da un sottile strato di nebbia, la patria dei Beatles con un  sottofondo memorabile, è John Lennon a canticchiare la sua ormai storica "Imagine".
Vedo i mercatini e le grandi catene di Starbucks e Yo-sushi, i mitici Harrods.
La romantica Notting hill, il caratteristico mercato di Portobello e Brick lane, la pittoresca Covent garden, l'artistica Camdem e la trasgressiva Soho, accompagnano la gotica storia di Londra delle cattedrali, del Big Ben, di Westminster, della famosa Scotland Yard e della Tower of London. I musei e le gallerie d'arte sono innumerevoli e accolgono capolavori di ogni genere. I grandi parchi, le architetture moderne,  la Chiesa di Saint Paul e Buckingham Palace, Shakespeare e Scherlock Holmes, la storia, i misteri, sono solo una parte di ciò che vedo da quassù.
Per un attimo la ruota si ferma ed anche il mio sguardo.. Lo vedo.
Mi guarda anche lui, ha puntato la sua terribile arma verso di me ed io ho paura.. forse dovrei scansarmi, ma rimango immobile.
Mi colpisce. Perdo i sensi e cado a terra.






D'un tratto apro gli occhi e mi alzo da terra. Non ho nessuna ferita, ma solo un leggero fastidio al cuore.
Mi guardo intorno per capire dove sono e mi ritrovo davanti quell' "angioletto" che mi ha stordito..
Realizzo di essere a Piccadilly Circus.
Perchè proprio io mi chiedo.
Ancora stordita, sento di non avere più il cappello in testa.. quel buffo cappello che tanto mi piaceva era sparito.
Triste e sconfortata, convinta di averlo perso, mi siedo su uno dei gradini della piazza, con le mani sotto il mento imbronciato.
Sento un delicatissimo "sorry" alle mie spalle.
Mi volto e vedo il mio favoloso cappello parlante.. sono contentissima.
Parlante? Non mi sono ancora ripresa dalla caduta.
Era tenuto da mani affusolate, bianche e screpolate con le unghie curate ed una peluria invisibile.
Lo afferro e mi trovo davanti un vero e proprio gentleman. 
Alto, ben vestito e dall'aspetto gradevole.
Assieme al cappello aveva in mano un cappuccino caldo fumante, ovviamente avvolto da un bicchiere di cartone starbucks, che mi porge con uno straordinario savoir-faire a cui non posso dire di no. 
 Sembra che il pizzicore al cuore sia magicamente sparito.


La partita è finita e ho vinto anche questa volta, ma la voglia di sognare ed immaginare una vita diversa da questa rimarrà sempre il mio gioco preferito.









domenica 6 febbraio 2011

Open your eyes




Decido di uscire a fare due passi.
Apro la porta di casa mia, ma non è la solita porta di legno scuro, blindata, con la maniglia d'ottone che sono sempre stata abituata a vedere...


.. è antica, grande, ha dei colori neutri e delle crepe, una maniglia alta, a cui arrivo solo grazie allo sforzo delle punte dei piedi..  e una serratura pronta ad accogliere una chiave magica.
Davvero insolito.. riconosco che qualcosa è cambiato.


Mi sento strana, confusa.. ho perso l'orientamento.
Dove mi trovo? Inizio a vagare, barcollando, in una strada desolata.
Un bagliore mi sorprende, avvolgo il viso con le braccia, c'è troppa luce ed i miei occhi ancora increduli non riescono a rimanere aperti.
Ma non mi fermo. Qualcosa mi dice che devo continuare a camminare, una strana forza mi obbliga ad andare avanti anche contro voglia, anche senza vedere..
Adesso vorrei fermarmi, ma non posso.
Non sapere cosa mi aspetta, mi spaventa.
Sono angosciata, non riesco a respirare, ho un nodo alla gola, vorrei gridare, chiedere aiuto.
Ma non c'è  nessuno.
Realizzo che l'unica persona su cui posso contare sono io.
Apro gli occhi.







Con un po' di coraggio decido di affrontare la realtà, non può essere così difficile passeggiare nella luce, se è nella luce che siamo nati.
Adesso con i miei occhi vedo cosa c'è là fuori.. è un meraviglioso sole.
Affrontarlo mi spaventa meno che camminare nel buio.
...
ecco la chiave magica.




 Don't be afraid about life



venerdì 4 febbraio 2011

Communication Breakdown



Fermati
mi rovinerai.
Non so cosa mi piace di te,
Ma mi piace un sacco.
Non vuoi che ti trattenga,
ma come faccio?
Non riesco a comunicare,
è sempre lo stesso problema.





Amore a prima vista???
Cioè un semplice sguardo basta per innamorarsi di qualcuno?
Purtroppo si.. e la persona in questione è sempre (o quasi) quella sbagliata. . . 
In fondo con un semplice sguardo cosa riesci a vedere se non  due occhi, una bocca, un naso, due orecchie e un po' di capelli in testa.
Forse alla seconda occhiata qualcosa cambia.. il sorriso, i denti bianchi, una ruga d'espressione, il colore degli occhi.. ma possono bastare per innamorarsi?












Basta, mi convinco.
Gli parlo. Forse sapere cosa dice e come lo dice è ancora più importante di qualche dettaglio estetico.
Mi piace. 
Ho saputo che mi piace quando non ha sbagliato a coniugare un congiuntivo, ho scoperto che mi piace quando delicatamente mi ha tolto una briciola dalle labbra sfiorandole con le sue dita, mi sono convinta che mi piace quando per la prima volta ha detto "noi".
Pochi piccoli dettagli riescono a farmi stare bene e a capire che c'è una minima possibilità in fondo a questa storia che qualcosa stia per nascere.
... e invece.. un'altra porta chiusa in faccia, così violentemente che ancora stento a reggermi in piedi.
Ci provo a non credere, a non pensare che sia finita prima di iniziare. 
I presupposti, i desideri e le speranze comuni .. puff.. forse ho sognato.. ora realizzo che è stato solo un incubo.
Qual è il motivo di tanto silenzio?
Nessuna possibilità di comunicare, di capire.. ma forse è giusto così.
Ognuno di noi ha una storia più o meno complicata alle spalle, una fitta rete di intrecci e problematiche forse troppo difficifili da risolvere in poco tempo e prima di programmare un nuovo inizio è giusto affrontare i fantasmi del passato... ovviamente sperando che siano solo fantasmi.
Vado avanti.

  



"Every new beginning comes from some other beginning's end".